LA GENESI DELLA SCUOLA GESTITA DALLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

Per scoprire la genesi della scuola gestita dalle Figlie di Maria Ausiliatrice a Mornese occorre risalire ai suoi fondatori. A Don Bosco va ricondotta la paternità non solo giuridica e carismatica dell’istituto delle FMA globalmente inteso, ma anche quella pedagogica della sua prima istituzione educativa: la casa “Maria Ausiliatrice” di Mornese. Egli stesso, come è noto, si impegnò a diffonderne la conoscenza redigendo o facendo redigere un breve articolo pubblicato sul quotidiano torinese L’Unità Cattolica del 1° ottobre 1873 dal titolo: Un buon istituto per le ragazze. Nell’agosto dello stesso anno Don Bosco inviava pure una circolare a parroci e sacerdoti alla quale era annesso il Programma dell’educandato femminile da lui aperto a Mornese.

Nel programma si precisano la finalità educativa, le principali occupazioni delle alunne, le condizioni di accettazione. Esso si articola in tre aree: insegnamento letterario, lavori domestici, insegnamento religioso. Il Programma adeguandosi a quelli governativi, include le quattro classi elementari e prevede lezioni facoltative di disegno, lingua francese e pianoforte, oltre che esercitazioni di declamazione, di stile epistolare e lezioni di galateo.

La scuola di Mornese può contare su maestre diplomate inviate da don Bosco. Egli e suor Maria Domenica Mazzarello, consapevoli dello stretto legame tra formazione delle maestre e buon esito delle allieve, sollecitano la preparazione di nuove maestre secondo la legislazione vigente, così da avviare scuole nella Case che saranno aperte di lì a pochi anni.
Il modello educativo a cui si ispiravano le prime religiose era dunque quello adottato da don Bosco e dai primi salesiani. Ciò che contraddistingue l’azione educativa di Don Bosco è lo stile del rapporto educativo, che scaturisce dalla carità, dall’amore pedagogico. È l’amorevolezza che, insieme a ragione e religione, caratterizza il Sistema Preventivo. Dare ai giovani un’educazione integrale, che tenga conto di tutta la persona del ragazzo, delle sue aspirazioni e dei suoi bisogni. Ciò significa condurre il giovane a scoprire il senso della vita nell’orizzonte della fede cattolica e abilitarlo ad assumere responsabilmente il proprio ruolo nella società.
La sintonia tra lo stile educativo di Mornese e quello di Don Bosco è evidente anzi a Mornese il modello di pratica educativa di Don Bosco è assunto con le tipiche sfumature della femminilità.
Mentre gli estremisti e anticlericali avrebbero volto estirpare dalla penisola “la lebbra del monachesimo” e in realtà esercitarono una certa influenza anche sul Cavour, don Bosco continuava ad aprire senza eccessivi contrasti le sue case e istituzioni educative conservando di fronte allo Stato i diritti civili oltre che quello di libera associazione.
Anche l’Istituto delle FMA si inseriva nell’impegno dei cattolici di rispondere non solo alle esigenze religiose del ceto popolare e della donna particolare, ma anche a quelle relative ad una sua necessaria elevazione culturale. Si era infatti in un periodo in cui l’organizzazione della scuola elementare gratuita ed obbligatoria era affidata in gran parte all’iniziativa dei comuni o lasciata all’intraprendenza e alla buona volontà di cittadini privati sensibili ai problemi dell’istruzione popolare.  Il progetto concepito da don Bosco per la salvezza dei giovani era un progetto di estrema serietà educativa, volto alla promozione integrale della persona in ordine al suo inserimento attivo e responsabile nella società secondo il progetto di Dio. Formare un buon cristiano e un onesto cittadino.  
Don Bosco era convinto che nell’educazione è non solo utile, ma imprescindibile la formazione culturale, la scoperta dl significato della vita e la capacità di rapportarsi adeguatamente con gli altri e con la realtà. Egli riteneva l’istruzione come una doverosa risposta alla vocazione e missione che Dio affida ad ogni persona in ordine alla sua realizzazione e a quella della società in cui è inserita. Considerando la scuola cattolica come luogo privilegiato di formazione integrale Don Bosco intraprese, fin dall’inizio della sua opera, la fondazione di scuole, sfidando coraggiosamente la difficile situazione del tempo non favorevole alla scuola cattolica e, in particolare, a quella tenuta da religiosi.

P. Cavaglià, La scuola di Mornese (1872-1878). Alle origini di una scelta per la promozione integrale della donna, in Rivista di Scienze dell’Educazione 26(1988)2, 151-186.

 


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