TESTIMONIANZA DI 2 PARTECIPANTI AL CONVEGNO NAZIONALE

Nei giorni 26 e 27 marzo ho partecipato, in qualità di docente del Collegio Immacolata di Conegliano, al convegno organizzato dall’Associazione CIOFS/Scuola FMA che ha riunito, in modalità on-line, docenti di oltre cento scuole disseminate in tutto il territorio nazionale.
Il convegno dal titolo “Scuola in movimento. Modelli e prospettive” intendeva riflettere in modo approfondito sul “Manifesto della scuola salesiana FMA”.
Nonostante la modalità a distanza, gli interventi si sono susseguiti in maniera incalzante e il mezzo non ha tolto nulla alla profondità degli argomenti esaminati dai relatori.
Tale complessità renderebbe qualsiasi sintesi incompleta se non banale, vorrei pertanto limitarmi a prendere in considerazione solo alcuni concetti e riflessioni che hanno toccato più profondamente la mia sensibilità.
Felicità
“Uno solo è il mio desiderio: vedervi felici nel tempo e nell’eternità” è la frase di don Bosco che accoglie tutti coloro che entrano nell’ampio cortile del Collegio Immacolata. Ed è la felicità la protagonista del primo punto del “Manifesto della scuola salesiana FMA”; la scuola diventa quindi luogo per trovare la propria via verso la felicità la quale vede una possibile e concreta realizzazione nell’esercizio delle virtù cardinali (prudenza, giustizia, temperanza e fortezza) e solo la scuola che cura lo sviluppo di queste virtù prepara davvero i ragazzi alla vita.
Sguardo
Lo sguardo è lo spunto che dà inizio ad ogni movimento, uno sguardo che non è però sfuggente e distratto, ma profondo e lontano. È uno sguardo che deve tollerare di non vedere tutto subito, ma che si avvale della “profezia della pazienza” che si rende oltremodo necessaria in questo tempo così particolare che stiamo vivendo.
Sistema preventivo
Prevenire è educare perché è agire contro il disagio; la scuola salesiana è in questo un fattore protettivo e potenziale, adatto alla crescita dei ragazzi in un ambiente protetto dalla negatività e dove vengono sviluppati i punti di forza di ciascun ragazzo.
Benevolenza
La benevolenza è l’accettazione incondizionata senza la quale non c’è amore pedagogico. Incoraggianti a tal proposito sono le parole di don Bosco: “Basta amare” perché possiamo essere educatori anche con la nostra inutilità.
Innovazione e tradizione
Il contrasto tra conservazione e innovazione ci pone sempre di fronte a un bivio. La domanda è se continuare a fare come abbiamo sempre fatto o innovarci. In tutto ciò che ci sta di fronte, sia che appartenga alla tradizione o all’innovazione, c’è del bene e del male e ciò che deve guidare la nostra decisione è la consapevolezza che tutto ciò che divide non può appartenere al bene e che spesso la vera innovazione consiste nel rimodellare schemi mentali e comportamentali che già possediamo.
Movimento
In ogni situazione è possibile una qualche forma di movimento e riconoscere il limite che la realtà ci pone di fronte ci consente di capire quale azione possiamo davvero compiere. Ciascuno di noi, in ogni momento, ha la possibilità e, oserei dire, la responsabilità di compiere il bene.

Sono queste solo alcune delle riflessioni che mi accompagneranno nel cammino dopo questa intensa esperienza.

Naike Viviani
Docente Scuola Secondaria di I grado, Collegio Immacolata, CONEGLIANO

 

Venerdì 26 e sabato 27 marzo è stato organizzato online il Convegno Nazionale Ciofs Scuola “Scuola in movimento” destinato a direttori, coordinatori, insegnanti e formatori delle scuole d’Italia delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che ha visto la partecipazione di oltre 190 persone collegate da ogni parte d’Italia.
Gli interventi ascoltati sono stati caratterizzati dalla passione educativa e dal dinamismo sia delle persone che lavorano ed operano all’interno della scuola salesiana, sia da persone esterne che hanno potuto dare il loro contributo in termini di buone pratiche e di azioni concrete da mettere poi in atto a scuola. Quello che traspariva dalle parole dei relatori, e che è caratteristica della scuola salesiana, è la luce che questa realtà scolastica può portare nelle vite di tutte le persone che entrano in relazione con essa e che con coraggio vanno avanti nella missione educativa: bambini, ragazzi, suore, salesiani, insegnanti, e tutte le persone che ogni giorno camminano per i corridoi o attraversano i cortili.
Una parte molto interessante del venerdì pomeriggio, dedicato solo al gruppo degli insegnanti di scuola primaria, è stato l’intervento della formatrice, Lara Montanari, dedicato alle emozioni e alla loro educazione fin da bambini. I dati che la relatrice ha riportato su come stanno oggi i bambini e i ragazzi italiani sono allarmanti, e sono caratterizzati dalla perdita del senso di sicurezza, dall’ansia, la costrizione al distanziamento e il conseguente aumento del nervosismo. Questi dati hanno portato la formatrice ad evidenziare e spiegare nel dettaglio le caratteristiche principali della paura, della rabbia, della tristezza e della gioia per chiarire cosa sono e come vanno affrontate a scuola, dando così gli strumenti necessari a noi adulti per aiutare i ragazzi a superare questo senso di smarrimento che stanno provando.
Riprendendo le parole di papa Francesco per cui tutti noi siamo fragili sulla stessa barca e siamo tutti importanti e necessari, la formatrice ci ha ricordato l’importanza quotidiana dell’ascolto delle emozioni dei bambini soprattutto in questo particolare periodo storico tra pandemia e didattica a distanza, oltre al fatto di confortarci a vicenda e di condividere le emozioni che proviamo.
Noi educatori dobbiamo imparare a remare tutti insieme per poterci mettere in ascolto dei bambini e prenderci cura del loro benessere emotivo per farli sentire ascoltati, desiderati, ben accolti all’interno della scuola. Per fare questo, ad esempio, suggeriva di chiedere ai bambini, ogni mattina in classe, come si sentono e come stanno a livello emotivo, dando loro la possibilità di esprimere a parole, con un disegno o anche con un mimo quello che sentono.
Noi adulti, attenti e buoni osservatori, dobbiamo ascoltare ed osservare come i bambini buttano fuori le loro emozioni, sia con parole che mediante il loro corpo; dobbiamo normalizzare l’ansia e la paura dicendo ai bambini che sono emozioni sane e che vanno lasciate scorrere dentro di sé, dicendo che poi passeranno e che si sentiranno meglio; dobbiamo dimostrarci adulti pacati e tranquilli, che non si spaventano di fronte ai timori dei bambini ma che li sanno affiancare con pazienza e senso di cura.
Al termine dei suggerimenti pratici che sono stati dati, abbiamo potuto condividere tra insegnanti, in piccolo gruppo, le strategie e le buone pratiche di lavoro emotivo che già mettiamo in atto nelle nostre classi disseminate in giro per l’Italia, sia nella scuola in presenza che nell’attuale scuola a distanza; questo lavoro di condivisione ci ha aiutate a sentirci alleate nell’aiutare tutti i nostri alunni a percepire positivamente la scuola e a far sapere loro di essere ascoltati e di essere importanti.
Anche la seconda giornata di convegno online, svoltosi nella mattinata di sabato 27 marzo, ha incentrato il focus sull’essere insegnanti “ tutto occhio, tutto cuore”, che mettono a disposizione il loro tempo, la loro creatività e il loro dinamismo per reinventare la relazione educativa e per rinnovare i percorsi scolastici e soprattutto digitali che la scuola deve affrontare e percorrere.
Le persone che sono intervenute hanno sottolineato come tutti noi, assieme, dobbiamo fare squadra all’interno dei consigli di classe e dei collegi docenti per poter essere continuatori coraggiosi e creativi di don bosco e di Madre Mazzarello, collaborando per il bene delle giovani vite che ci vengono affidate e creando una cultura partecipativa, in cui anche le nuove tecnologie sono parte integrante. È fondamentale, infatti, insegnare ai bambini e ai ragazzi ad usare gli strumenti digitali per sentirsi a proprio agio nel mondo digitale, nella logica di una cittadinanza consapevole, e per abitare con responsabilità e senso critico il contesto digitale.
L’invito finale che ci viene fatto come coordinatori, insegnanti e formatori nella scuola salesiana è quello di fare sempre squadra e di essere mossi dalla passione educativa, con entusiasmo, senza sciupare l’opportunità di coltivare la speranza e di cercare sempre il bello ed il buono in ogni nostro studente!

Alessandra Pitter
Insegnante nella Scuola Primaria, Collegio Immacolata, CONEGLIANO

 


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